Nato a Bombay nel 1865 (morì a London nel 1936), Joseph Rudyard Kipling trascorse l'infanzia in India, dove il padre, John Lockwood Kipling, esperto d'arte e pittore, era conservatore del museo di Lahore e insegnante di scultura architettonica. Dal padre erediterà quel discreto talento di disegnatore che avrebbe poi usato per illustrare alcune sue storie. La madre proveniva dall'alta boghesia inglese.
La sua infanzia fu sommariamente infelice. I genitori lo affidano ben presto alle cure di una nutrice indigena, dalla quale il fanciullo apprende innumerevoli racconti e leggende indiani popolati da animali fantastici e suggestioni misteriose, e acquisirà una avversione per la mentalità monoteista giudeo-cristiana.
Nel 1871, a sei anni, fu mandato a Southsea, in Inghilterra, presso una anziana parente che aveva sposato un comandante di Marina in pensione, assieme alla sorella, affinché avesse una «corretta educazione inglese».
Vi passò anni di solitudine e di infelicità. Allora si usava così, ma l'essere staccato dai genitori in tenera età, apre in Kipling una ferita che non si sarebbe mai più rimarginata: non è quindi un caso se nella sua narrativa si ritrovano spesso storie di bambini abbandonati. Inoltre, le torture fisiche e mentali inflitte dai due mal scelti tutori, ne compromettono definitivamente la salute e la vista.
Tornò in India nel 1882 come giornalista, divenne redattore del Civil and Military Gazette di Lahore, iniziò a scrivere. Nel 1889 è il rientro in Inghilterra. Divenuto famoso come scrittore, è uno degli autori più pagati della sua epoca, letto come nessun altro, ascoltato e venerato come un oracolo. Nel 1892 sposa Caroline Starr Balestrier, di origine americana. E in America - nel Vermont, presso la famiglia della moglie - l'autore vivrà fino al 1896. Nel 1899, allo scoppio della Guerra Anglo-Boera, parte per il SudAfrica come corrispondente. Dal 1902 alla morte visse nel Sussex, lungo la valle del fiume Dudwell, poche miglia a sud del villaggio di Burwash, in una grande casa isolata del XVII secolo chiamata Bateman's, scoperta per caso durante una delle sue scorrerie automobilistiche (con la sua «locomobile a vapore»: siamo ancora agli inizi dell'automobilismo). Aveva abitato prima a Rottingdean, ma si rifugiò a Bateman's per sfuggire all'interesse che suscitava ormai tra giornalisti e fans. Su una delle meridiane di Batmen's fece incidere il motto: «E' sempre più tardi di quel che credi».
Sembra che per tutta la vita soffrisse di uno stato di tensione dolorosa. Arrivò a fondare a Rottingdean un club militare: tormentato dalla convinzione che la potenza bellica dell'Impero britannico stesse declinando, addestrava di persona una trentina di giovani al tiro con il fucile, e si prodigò (inutilmente) per estendere a tutto il paese queste squadre di difesa. Nel 1907 ebbe il premio nobel. Le motivazioni del nobel: "in consideration of the power of observation, originality of imagination, virility of ideas and remarkable talent for narration which characterize the creations of this world-famous author".
La tragedia della Prima Guerra Mondiale, nella quale perde la vita l'unico figlio maschio dello scrittore, appena diciottenne, e la lunga e sofferente malattia che accompagnerà l'autore fino alla morte, precipitano Kipling nella sua ultima e più tetra stagione narrativa. I suoi pensieri si colorano di amarezza e disillusione, e si caricano di considerazioni pessimistiche sul futuro stesso dell'Umanità. Muore a London nel 1936 e viene sepolto nell'Abbazia di Westminster, fra i Grandi d'Inghilterra. Nel 1894 due città del Michigan venivano battezzate, in suo onore, una «Kipling», l'altra «Rudyard».
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