Il re dei pavoni

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Il re dei pavoni

Messaggiodi demon black » 16/09/2010, 15:23

FIABA


Un Re e una Regina avevano due figli maschi e una bambina a cui volevano un ben dell'anima, e la tiravano su a baci e a carezze, con la balia in casa.
Ora avvenne che il Re un giorno s'ammalò e mori. La Regina mandava avanti il Regno, ma dopo pochi anni cadde anche lei malata; in punto di morte raccomandò ai due figli la loro sorellina, e spirò.
La bambina intanto s'era fatta grandicella, sempre stando nel palazzo senza mai uscire, e tutto il suo spasso era guardare dalla finestra la campagna, cantarellare, ciarlare con la balia che adesso le faceva da aia, e ricamare.
Un giorno che stava alla finestra, per la campagna comparve un pavone, prese il volo e si posò sul davanzale. La ragazza si mise a fargli festa, gli dette dei chicchi da beccare e lo fece entrare in casa.
- Quant'è mai bello! - esclamò - Finché non trovo il Re dei Pavoni non piglio marito! - e si tenne il pavone sempre con sé, e quando veniva gente lo chiudeva in un armadio.
Intanto i fratelli dicevano fra loro: - Questa benedetta sorella nostra non vuole mai uscire di casa. Se dura di questo passo, dà in cattiva disposizione. Sentiamo se vuole marito -. Vanno a trovarla, e le dicono il loro pensiero.
- Finché non ti sarai accasata tu non ci sposiamo noi. Te la senti di pigliar marito?
- No, non me la sento.
- È un'idea che ti sei messa in testa. Guarda qui i ritratti di tutti i Re, scegli quello che ti piace e gli domanderemo se ti vuole.
- Vi dico che io non voglio marito...
- Ma facci questo piacere...
- Se proprio lo volete a tutti i costi, vi contenterò, ma voglio esser io a scegliere.
- D'accordo.
Allora la sorella aperse l'armadio e fece uscire il pavone.
- Vedete questo?
- Sí, è un bel pavone.
- Finché non trovo il Re dei Pavoni non mi sposo.
- E dove l'hanno il Re i pavoni?
- Non lo so davvero, ma o lui o nessuno.
- Quand'è cosí vedremo di trovartelo.
Raccomandarono alla balia di badare alla ragazza, elessero un governatore di fiducia per il Regno, e partirono uno di qua e uno di là.
Domanda domanda, del Re dei Pavoni nessuno ne aveva mai sentito parlare, e li pigliavano per matti. Ma i due giovani non si perdevano d'animo e ognuno dalla parte sua, continuavano le loro ricerche. Una sera il maggiore trovò un vecchierello che era mezzo mago.
- Ditemi, sapete che ci sia un Re dei Pavoni?
- Esserci c'è di sicuro, - rispose quello.
- E com'è? Dove abita?
- È un bel giovane che veste come i pavoni. Il suo Regno è il Perú e per vederlo bisogna andare fin là.
Il giovane lo ringraziò, gli diede una mancia e s'avviò verso il Perú. Camminò e camminò finché non si trovò in un prato con intorno tanti alberi d'un genere mai visto, e da ogni parte senti delle voci che dicevano:
- Eccolo! Eccolo! È il giovane che viene a portare sua sorella in sposa al Re! S'accomodi! Fate largo!
Il giovane si guardò intorno, ma non si vedeva nessuno, tranne che uno svolazzare di penne di tutti i colori per l'aria.
- Ma dove sono? - domandò.
- Al Perú, - risposero le voci, - allo Stato del Re dei Pavoni.
- Mi sapreste dire dove sta?
- Con gran piacere: prenda a dritta, troverà un bel palazzo, dica alle guardie: " Segreto reale! " e lo faranno passare.
- Vi ringrazio!
- Di niente!
" Questi alberi sono molto garbati, - pensò il giovane, - ma certe ci dev'essere di mezzo una magia ". Andò avanti, ed arrivò a un palazzo, tutto foderato di penne di pavone azzurre, bianche e violette, che splendevano al sole come l'oro. Al portone c'erano guardie vestite da pavone, che non si capiva se erano uomini o uccelli.
- Segreto reale! - disse il giovane e lo lasciarono entrare. In mezzo a una sala c'era un trono di pietre preziose con una raggiera di penne di pavone dagli occhi d'oro splendenti come stelle. E sul trono c'era il Re, vestito tutto di penne, che anche lui non si capiva se era uomo o uccello. Il giovane si inchinò. Il Re fece un cenno e tutti i cortigiani uscirono.
- Parlate, io v'ascolto, disse.
- Sire, io sono il Re di Portogallo, - disse il giovane, - e vengo achiedervi se accettate in sposa la mia sorellina. Perdonate il mio ardire, ma mia sorella s'è messa in testa di non avere per sposo nessun altro che il Re dei Pavoni.
- Ce l'avete il suo ritratto?
- Eccolo, Maestà.
- È, bella! Mi piace! Acconsento a questo sposalizio!
- Maestà, vi ringrazio! Mia sorella sarà molto contenta, e cosí tutti noi, - e s'inchinò per accomiatarsi.
- Fermatevi, - disse il Re. - Dove andate?
- A prenderla, Maestà.
- No, dal Regno dei Pavoni chi ci è entrato non può piú uscire. Io non vi conosco: chi mi assicura che non siate uno spione venuto per conto d'un Re nemico, o un ladro che vuole derubarmi? Scrivete a casa, mandate il ritratto e aspettate la risposta.
- Farò cosí, - disse il giovane, - e aspetterò. Ma ditemi, Maestà, dove alloggerò nel frattempo
Il Re fece un cenno, accorsero le guardie e il giovane fu afferrato per le braccia.
-In prigione, alloggerete, - disse il Re. - Finché vostra sorella non sarà arrivata.
Intanto, il secondo fratello era tornato a casa senza aver trovato nulla. E appena arrivò la lettera dal Perú, corse dalla sorella e le mostrò il ritratto del Re dei Pavoni.
- Eccolo il mio sposo, disse la ragazza, - ecco quello che io volevo! Presto, sbrighiamoci a partire, mi pare mill'anni di vederlo! - E si misero a incassare il corredo, a preparare i bagagli e i cavalli, e ordinarono il piú bel bastimento della flotta.
-Per andare al Perú bisogna passare il mare, - disse il fratello alla balia. - Come si fa a proteggere mia sorella dal vento, dall'umido e dai colpi di sole?
-Ci vuole poco, - disse la balia. - La si porta in carrozza fino alla riva del mare, si fa avvicinare il bastimento, e si fa salire la carrozza sul bastimento per un ponte di tavole. Cosí potrà fare il viaggio stando comoda dentro la sua carrozza, senza prender aria né sciuparsi il vestito di nozze -. E in questo modo fu tutto predisposto.
Bisogna sapere che questa balia aveva una figliola brutta come un demonio e per giunta invidiosa e maligna. Appena seppe che la Principessa andava a nozze cominciò a piagnucolare con la madre:
- Lei marito e io no, lei un Re e io niente, lei tutti la guardano e me non mi guarda nessuno...
-Già, - disse la balia, - ci avevo pensato anch'io -. E cominciò ad almanaccare tutto un piano per far si che quel bel Re, invece della Principessa, sposasse sua figlia. Pensa e ripensa, le parve d'aver trovato; allora ordinò per sua figlia una carrozza e un vestito di nozze uguale a quello della Principessa, poi disse al Capitano del bastimento:
- Eccoti due milioni, sta' a sentire cosa devi fare. Nell'ultima carrozza che salirà sulla nave c'è dentro mia figlia. La notte, quando tutti dormono, tu devi prendere la Principessa le buttarla in mare, e mettere mia figlia al suo posto.
Il Capitano aveva paura d'accettare, ma due milioni erano tanti e pensò: " Quando li avrò in tasca, potrò scappare e andarmeli a godere lontano ". Cosí contrattò ancora un po' sul prezzo, e poi accettò.
Giunta l'ora di partire, tutte le carrozze furono poste in fila sulla nave, ma la Principessa all'ultimo momento cominciò a piangere che voleva con sé il suo canino.
- È stato il mio compagno per tanto tempo e non lo voglio abbandonare! - Il fratello allora corse a riva, prese il canino e glielo portò nella carrozza. Il canino s'accovacciò sul materasso e il bastimento partí, le vele al vento.
Quando fu buio, la balia andò alla carrozza della sposa.
- Il tempo è buono, il vento è propizio, domani saremo al Perú. Dormi e riposati.
E la Principessa s'addormentò sognando il Re dei Pavoni e le feste che l'avrebbero accolta al suo arrivo.
A mezzanotte, adagio adagio, il Capitano aperse la carrozza, sollevò il materasso con sopra la Principessa e il canino e li buttò nell'acqua.
Lí vicino, nell'ombra, c'era già la figlia della balia che aspettava, e il Capitano la fece entrare nella carrozza della sposa.
Cascando nell'acqua, la Principessa si svegliò e si vide in mezzo al mare col bastimento che s'allontanava via per il suo viaggio. Ma il materasso, invece d'andare a fondo, siccome era leggero leggero, galleggiava; e un venticello fresco lo spingeva anch'esso verso il Perú, con sopra la ragazza vestita da sposa e il suo canino.
Quando fu verso il giorno, un marinaio del paese del Perú, che aveva la sua casa sulla proda del mare, sentí abbaiare lontano lontano.
- Lo senti questo cane? - disse alla moglie.
- Sí, ci dev'essere qualcuno in pericolo.
- Ci pensavo anch'io. È, quasi giorno e voglio andare un po' a vedere -. Si vesti, prese un rampone e andò sulla sponda. E lí, tra il lusco e il brusco, vide qualcosa che galleggiava leggero leggero, con quel rumore di abbaio. Quando quel qualcosa gli fu piú vicino, il marinaio entrò nell'acqua, allungò il rampone e lo tirò a sé. Figuratevi come ci rimase quando vide che c'era una ragazza addormentata col vestito da sposa, ed un canino che faceva le feste! La tirò pian piano a riva perché non si svegliasse, ma lei si riscosse e disse:
- Oh! Dove sono?
- In casa di poveri marinai, - le dissero, - ma di buon cuore. Venite, che vi terremo con noi.
In quel momento, la bruttaccia maledetta sbarcava nel Perú chiusa nella sua carrozza. Appena il corteo giunse al prato degli alberi strani, si senti da tutte le parti:

"Cucú! Cucú!
Com'è brutta la Regina del Perú!

E per aria volavano migliaia di penne di pavone. Il fratello che l'aveva accompagnata nel viaggio, veniva dietro a cavallo, e a sentire quelle grida che non si sapeva da dove venissero, provò una stretta al cuore. " Questo mi pare un brutto segno, - si disse. Che ne sarà di noi! " Corse alla carrozza, aperse lo sportello, e al vedere quella bruttaccia restò come istupidito.
- Ma come mai ti sei fatta tanto brutta? Cos'è stato? Il mare, il vento, il sole? Dimmi!
- E che vuoi che ne sappia? - rispose la bruttaccia.
- Ecco il Re! Ora ci taglia la testa a tutti quanti!
In mezzo a una schiera di soldati vestiti di penne, era apparso il Re dei Pavoni. I soldati alzarono lunghe trombe d'oro e lanciarono uno squillo. Gli alberi gridarono: e per aria si vedeva uno svolazzare di penne fitto fitto che pareva una nebbia.
- Dove è la sposa? - disse il Re.
- Eccola, Sire...
- E questa sarebbe la bella ragazza tanto decantata?
- Che vuole, Maestà... sarà il vento, l'aria del mare...
- Che vento e che mare! Chetatevi, impostori! Avete voluto ingannarmi, ma vedrete che col Re dei Pavoni non si scherza! Siano messi in galera tutti e due e si prepari una forca per ciascuno -. E il Re dei Pavoni s'allontanò triste in volto: non era solo l'affronto che credeva gli avessero voluto fare, a disperarlo, ma ancor piú l'amore per la bella ragazza di cui teneva il ritratto al collo e che non si saziava di guardare.
Lasciamo il Re e quei disgraziati in prigione, e torniamo alla bella Principessa in casa del povero marinaio. La mattina dopo disse alla moglie del marinaio.
- Ce l'avreste un panierino?
- Sí, signora.
- Datemelo, che al pranzo ci penso io -. Chiamò il cane, gli diede il panierino e gli disse:
- Va' dal Re e prendi il pranzo.
Il cagnolino reggendo il manico del paniere coi denti, corse alla cucina del Re, afferrò un pollo arrosto, lo cacciò nel paniere e lo portò di corsa alla padroncina. A casa del marinaio quel giorno si fece un bel pranzo, e anche il cane ebbe da rosicchiare la sua parte d'ossi.
L'indomani, il cagnolino col paniere tornò alla cucina del Re, afferrò un pescione, e via di corsa. Il cuoco stavolta andò dal Re a denunziare la cosa, e il Re ordinò di pigliare il cane a tutti i costi, o almeno di vedere dove andava.
Difatti, il giorno dopo il cane acchiappò una bella coscia d'agnello, ma il cuoco gli corse dietro, e vide che entrava nella casa del marinaio. Andò a riferirlo al Re.
-Domani gli andrò dietro io, - disse il Re. - 0 che sarò diventato lo zimbello di tutti, adesso?
La Principessa, la mattina dopo, appena il cane fu partito col panierino, si mise il vestito da sposa, e stette nella sua stanza ad aspettare.
- Se viene qualcuno a cercare del cane, - disse al marinaio e alla moglie, - fatelo passare da me.
Difatti, dopo poco, arrivò il cane col pranzo nel paniere, e dietro di lui venivano il Re con due soldatí-pavoni.
- Avete visto un cane? - chiesero al marinaio.
- Sí, Maestà.
- Perché mi ruba sempre il pranzo?
- Fa cosí di sua voglia, per darci da mangiare; non gliel'abbiamo insegnato mica noi.
- E dove l'avete trovato?
- Non è nostro. E' di una sposa che è qui con noi.
- Voglio vederla.
- Passi, passi, Maestà. Scuserà: è casa di poveri -. Lo fecero passare, e il Re si vide davanti, vestita da sposa, la ragazza del ritratto.
- Io sono la figlia del Re di Portogallo, e voi, Sire, tenete i miei fratelli in prigione.
- Possibile mai? - disse il Re dei Pavoni.
- Guardate: questo è il ritratto che mi mandaste; l'ho tenuto sempre sul cuore.
- Io non ci raccapezzo nulla, - disse il Re. - Aspettate qui che torno subito -. E andò via come una saetta. Arrivò al palazzo, fece uscire di carcere i due fratelli.
- La vostra sorella è stata trovata, vi rimetto la mia stima, ma ditemi come andò il fatto.
- Cosa vuole che si sappia noi? Piú ci pensiamo meno ci raccapezziamo.
Il Re allora chiamò la balia e sua figlia, le minacciò e seppe tutto il loro intrigo. Le fece mettere in prigione al posto dei due fratelli, armò tutti i soldati, si mise il piú bello dei suoi vestiti di penne, e a suon di banda, alla testa del suo esercito, andò alla casa del povero marinaio a prendere la sposa.

Ora sí! Ora sí!
La Regina è questa qui!

gridavano gli alberi e per aria volavano milioni di penne di tutti i colori che coprivano il sole e pareva che tutto il cielo avesse messo penne.
Giunti al palazzo furono fatte le nozze con un gran banchetto. La balia e la bruttaccia maledetta furono appese alle due forche che erano state preparate per i fratelli. Il Capitano della nave non riuscirono piú ad acchiapparlo perché era andato a godersi i suoi due milioni lontano lontano.




Italo Calvino
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