La sirenetta

Moderatore: demon black

La sirenetta

Messaggiodi demon black » 06/09/2010, 13:30

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FIABA

Nelle profondità degli oceani vivevano esseri metà umani e metà pesci: le sirene.
Dotate di una voce melodiosa, a volte risalivano alla superficie del mare per cantare, addolcendo così l'agonia dei marinai naufragati.
Abitavano in palazzi meravigliosamente decorati di conchiglie multicolori e di madreperle che i raggi del sole, smorzati, facevano risplendere. Intorno si estendevano vasti giardini di alghe brune e verdi. Le prime ondulavano come sciarpe di seta gonfiate da una brezza leggera, le seconde, finemente cesellate, davano riparo ai pesci dalle forme straordinarie e dai colori forti, che volteggiavano graziosamente in compagnia di meduse trasparenti.
Nel più grande e più bello di questi palazzi marini regnava il re del mare.
Già vecchio, era un padre soddisfatto di sei bellissime principesse. Egli aveva affidato la loro educazione alla regina madre, che aveva una grande coscienza del suo rango; infatti, inculcò con rigore alle principesse le belle maniere, l'arte di ricevere e tutte quelle cose che facevano di loro delle ragazze sapienti e perfette.
Erano tutte bellissime, ma la più giovane era di uno splendore particolare che la distingueva dalle sorelle. I suoi lunghi capelli biondi e soffici, la sua bocca rossa, il suo colore delicato e i suoi occhi chiarissimi le conferivano un fascino incomparabile.
Tutto in lei era perfetto... Ahimè! da qualche tempo però la tristezza offuscava spesso il suo volto delicato, dandole un'aria depressa e assente.
Aveva sempre più desiderio di ritirarsi nel giardino segreto, giardino che aveva ogni principessa, perché le piaceva sognare ad occhi aperti, lontana dagli occhi delle sorelle; ma ora ci passava lunghe ore immersa nei suoi pensieri. Qual'era la ragione di questo cambiamento d'umore, lei che prima era così amabile?
Qualche giorno prima aveva trovato un busto in alabastro di un giovane uomo, probabilmente caduto in mare durante il naufragio di una nave.
Era sempre stata attratta dai racconti della nonna sulla vita terrestre; come tutte le sirene il giorno del quindicesimo compleanno, sua nonna era emersa dalle profondità dell'oceano e aveva scoperto il mondo sconosciuto degli uomini.
In seguito, aveva fatto frequenti incursioni sulle spiagge di diversi litorali e aveva conservato un ricordo indimenticabile delle sue esperienze. La passione che metteva nel raccontare le sue storie fu trasmessa alla giovane sirenetta. Avida di particolari, l'assillava di domande; voleva conoscere tutto della vita di chi, sulla terra, con due gambe, si muoveva facilmente così come lei danzava nell'acqua…
Purtroppo, ancora alcuni anni le mancavano prima che lei compisse i suoi quindici anni...
Un giorno la maggiore delle sue sorelle compì i tanto attesi quindici anni. Dopo aver avuto innumerevoli raccomandazioni di prudenza dalla nonna preoccupata, partì verso la superficie, guardata con invidia dalla sorella minore. Al ritorno, raccontò con entusiasmo la sua esperienza e, certamente, la sua più avida ascoltatrice fu la sirenetta più giovane. L'anno seguente, fu il turno della seconda figlia del re: partita nella direzione opposta conobbe altri paesaggi, altri popoli, che descrisse alla sorella addirittura abbagliata. La terza principessa fra quelle che ricevettero il permesso, si recò in una baia, risalì poi un fiume circondato da castelli, colline e foreste. La quarta preferì restare al largo a contemplare le navi che facevano rotta verso il continente. Il compleanno della quinta fu in inverno ed ebbe il privilegio di ammirare la neve e il ghiaccio, che nessuna sirena aveva mai visto fino ad allora. Infine, il giorno tanto atteso e nello stesso tempo tanto temuto, arrivò. La piccola sirena compì quindici anni. Appena ebbe il permesso di partire, nuotò vigorosamente e andò verso il cielo che intravedeva sopra la sua testa. Tra gli spruzzi di mille goccioline, uscì sulla superficie del mare e contemplò, soggiogata, il sole che calava fiammeggiante all'orizzonte. I minuti passarono meravigliosi.
Lentamente, il giorno si oscurò e arrivò la notte, ma la piccola sirena riuscì a scorgere, lasciandosi dondolare dolcemente, una magnifica caravella con molte vele.
C'era una festa a bordo e l'alberatura era tutta addobbata con centinaia di lampade che illuminavano tutta la nave. Sul ponte riccamente parato c'era l'eroe della serata, un principe giovane e bello...
Affascinata dallo spettacolo fiabesco, la sirenetta fissava estasiata il giovane che si distingueva dagli altri per la sua prestanza fisica e la sua eleganza.
Improvvisamente si alzò il vento, le onde divennero più violente e si infransero contro la nave. I lampi saettavano nel cielo oscurato dalle nuvole e la tempesta scoppiò spaventosamente.
I marinai, sorpresi dalla rapidità e dalla forza dello scatenarsi degli elementi, non ebbero il tempo di abbassare le vele: gonfiate al massimo, trasportarono la nave come una pagliuzza. Spinta dal vento, sballottata dalle onde giganti, la nave non resistette molto tempo. Lo scafo si ruppe, le strutture sradicate caddero nell' acqua e in mezzo alle grida dei naufraghi, la nave tu inghiottita dalle onde mugghianti.
Fu così che un'incredibile speranza attraversò la mente della sirenetta che assisteva impotente a quel dramma: il principe la stava raggiungendo nel regno del mare!
Poi si ricordò che gli uomini annegavano se non potevano respirare l'aria, per loro indispensabile. Con il rischio di essere ferita dai rottami della nave, si precipitò in soccorso del principe un attimo prima che fosse inghiottito dalle onde.
Gli sorresse la testa fuori dall'acqua e poi, lottando con tutte le sue forze, cercò di arrivare a riva.
Dopo molti sforzi, esausta, giunse sulla spiaggia con il suo carico esanime. Al mattino la tempesta si era calmata e nel cielo senza nuvole, il sole cominciò a salire verso lo zenit.
Il mare era calmo e tutti i resti della nave erano scomparsi. Si sarebbe potuto credere che non fosse successo niente. Soltanto la presenza del principe ricordava i tragici avvenimenti della notte.
La sirenetta pensò che la vita era più tranquilla nel regno profondo del mare; fugacemente, rimpianse la sua vita comoda, ma la vista del giovane la riportò alla realtà.
Con gli occhi chiusi sembrava dormisse e poté osservarlo per lungo tempo: assomigliava stranamente al busto di alabastro che ornava il suo giardino... furtivamente, gli diede un bacio sulla fronte.
E se fosse morto? Disperata, non sapeva che fare per salvare colui che amava già con tutto il cuore. Si sentì inutile, la sua coda di pesce le impediva tutti i movimenti sulla terra ferma.


Coraggiosamente, incominciò a tirare il corpo inerte verso un luogo ben in evidenza, alla vista di eventuali passanti.
Poi, andò a sedersi dietro una roccia, non potendo fare altro per il principe. Quasi subito, una ragazza che passeggiava sulla spiaggia, approfittando del dolce sole mattutino, vide il principe. Chiamò aiuto e il giovane ebbe finalmente soccorsi.
Riscaldato, confortato, riprese i sensi e il primo volto che vide fu quello della giovane ragazza.
Ben rassicurata sulla sorte di chi aveva toccato il suo cuore per sempre, la piccola sirena si immerse nel mare e ritornò nel suo regno. Non raccontò nulla del suo soggiorno in superficie e il suo silenzio preoccupò il re,
la nonna e le sue sorelle. Da quel giorno passò le giornate nel suo piccolo giardino contemplando la statua, sosia del principe. Molte volte andò sulla spiaggia dove aveva lasciato il principe, sperando di rivederlo ma invano... le stagioni passarono.
La malinconia della piccola principessa aumentava ogni giorno di più e il suo sconforto si intensificava. Sua nonna ebbe pena di lei e, dopo molte esitazioni, si decise a rivelare alla ragazza l'esistenza e i grandi poteri della strega che abitava sul fondo dei mari:
- Se sei felice solo quando sei sulla terra, vai a trovarla, lei ti aiuterà ma...
Senza aspettare un attimo di più, la piccola sirena riunì tutte le sue forze e nuotò verso l'antro della maga.
Coraggiosamente, riuscì a resistere all'attacco delle murene che volevano morderla e ignorò le ferite causate dai coralli che laceravano il suo corpo. Superando la paura, continuò, malgrado gli ostacoli che le sbarravano il cammino e finalmente giunse davanti all'orribile donna che, avvisata del suo arrivo, l'aspettava.
Una puzza pestilenziale usciva da un pentolone il cui contenuto stava bollendo.
- So quello che desideri, - sogghignò la donna spaventosa, - sei molto audace! Voglio esaudirti, ma come contropartita, dovrai fare grandi sacrifici: in cambio delle gambe, voglio la tua voce, resterai per sempre muta... non ridiventerai mai più una sirena e se non saprai guadagnarti l'amore dell'uomo che ti ha ammaliata, se egli amerà un'altra donna, morrai... Poi aggiunse con un' aria terribile: ad ogni passo, avrai dolori, i tuoi piedi sanguineranno ma tu dovrai sorridere, nascondere il tuo tormento... Sei ancora decisa?-
- La mia decisione è irremovibile. Voglio realizzarla a qualunque costo!-
Nauseata, inghiottì la bevanda dall'odore fetido che la strega le diede.
Con atroci sofferenze, la coda di pesce si trasformò in due gambe affusolate.
La piccola sirena non riuscì a trattenere un grido di' dolore. Ad ogni passo gli occhi le si riempivano di lacrime; faticosamente si diresse verso la spiaggia. Le sue nuove gambe erano più un intralcio che un aiuto e, esausta, svenne sulla sabbia.
Quando si svegliò, il suo sguardo incrocio... quello del principe!
Anche il principe veniva regolarmente sulla spiaggia: era alla ricerca di una ragazza che aveva conquistato il suo cuore, con uno sguardo che aveva incrociato il suo al risveglio dopo il naufragio... E così scoprì la sirenetta.
Soggiogato dal suo fascino e dalla sua bellezza, la presentò ai suoi genitori, a corte e diventò la regina dei balli e dei ricevimenti dati in suo onore.
La sirenetta soffriva atrocemente, ma sorrideva radiosa. Appena restava sola, furtivamente bagnava i piedi sanguinanti nel mare fresco e riposante.
Una grande tristezza la tormentava notte e giorno: il principe l'amava, ma come una sorella, un'amica... essendo muta, si confidava molto con lei, sicuro che avrebbe mantenuto il segreto.
Il principe pensava che le lacrime che brillavano negli occhi della ragazza, fossero lacrime di compassione e le era riconoscente.
Se avesse potuto immaginare... Il principe cominciò a disperare di poter ritrovare la ragazza da cui lui credeva fosse stato salvato, quando ricevette un invito dal re di un paese vicino.
Fu con grande sorpresa e gioia che riconobbe nella figlia del re la sua salvatrice!
Anche la giovane principessa si era innamorata dello sconosciuto della spiaggia e il loro ritrovarsi fu meraviglioso.
Fu subito stabilito il matrimonio, che si celebrò dopo qualche giorno con grande sfarzo.
Il ballo degli sposi si svolse su una nave riccamente decorata e illuminata.
La piccola sirena si sforzò molto per essere gaia e gentile. Le sue gambe la sostenevano a malapena, ma lei danzò tutta la notte, la sua ultima notte... il principe aveva sposato un'altra e la piccola sirena doveva ritornare nel mare dove sarebbe affogata, essendo ormai una ragazza terrena.
Ciò a lei non importava; come poteva vivere senza amore?
Sulla spiaggia, prima di entrare tra i flutti che sarebbero diventati la sua bara, intravide le sue sorelle:
- Vieni, - le gridarono, - abbiamo venduto le nostre lunghe chiome alla strega in cambio della tua vita. Ma ad un'altra condizione: prima dello spuntare del sole, il sangue del principe dovrà bagnare le tue gambe che si ritrasformeranno in una coda di pesce... sbrigati, stai morendo... - arrivavano queste parole dal mare...
Spaventata... uccidere colui che amava ancora!
I brividi la percorsero… la morte cominciava la sua opera.
Poi il suo corpo divenne leggero, aereo, e la sirenetta si ritrovò nel regno dell'aria dove le figlie del vento, per compassione l'avevano portata.
Ormai, la piccola sirena infelice vivrà nel cielo eternamente perché lassù la morte non esiste.
Dall'immensità dei cieli, veglierà e proteggerà la giovane coppia principesca, testimone della felicità che non aveva potuto avere.



Hans Christian Andersen
Un giorno senza un sorriso...è un giorno perso (Charlie Chaplin)
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