Quello che raccontano i fiori

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Quello che raccontano i fiori

Messaggiodi demon black » 04/09/2010, 21:41

FIABA

Quando ero una bambina, cara Aurora, avrei tanto voluto sapere quel che si dicevano i fiori. Il mio professore di Botanica sosteneva che i fiori non parlano. Forse era sordo o forse non mi voleva dire la verità...Ma io sapevo che non era vero: sentivo il loro bisbigliare confuso la sera.
Erano sopratutto le rose a parlare moltissimo ma quando io mi avvicinavo per sentire meglio, si trasmettevano un messaggio: "Attenzione, arriva la bambina curiosa che viene a spiarci!" e subito dopo regnava il silenzio.
Io ero ostinata: camminavo quasi senza toccare l'erba e chinandomi nascondevo la mia ombra in quella degli alberi.
Finalmente sentìi delle chiare parole, ma non capivo in che lingua fossero. Avevano piccole voci che il minimo rumore copriva facilmente. Non parlavano francese e neppure latino che avevo cominciato a studiare da poco. Ma io capivo benissimo quel che dicevano, meglio di tutto quello che avevo sentito prima di allora.
Una sera finalmente riuscìi a sdraiarmi vicino ad un cespuglio di papaveri e seguire il loro discorso. Non era facile poiché tutti parlavano e facevano una gran confusione... Stava parlando un grosso papavero:
“Signore e Signori è venuto il tempo di finirla. Tutti i fiori sono uguali e la nostra famiglia non è da meno delle altre. Se volete considerare le rose come una famiglia nobile siete liberi di farlo”.
“ Noi non ci stiamo e ci consideriamo alla pari con tutti gli altri fiori..." Le margherite risposero tutte in coro:“ Il papavero ha ragione non abbiamo mai capito le arie che si danno le rose...”
Una margherita chiese : “Vi sembra forse che una rosa sia fatta meglio di me? Noi siamo più ricche, visto che una rosa non ha più di cento petali, mentre noi ne abbiamo cinquecento....”
Allora tutti cominciarono a vantare le proprie bellezze superiori a quelle delle rose. Paragonavano il fiore della rosa ad un cavolo e criticavano il loro profumo: un fiore educato non fa odori per farsi notare!
Cominciarono a litigare ma il dispetto che nutrivano contro le rose bloccò la rissa che stava per nascere...
Ero stanca di sentire i loro discorsi sciocchi e dando un calcio al pergolato gridai:
“ Zitti! state dicendo un mucchio di fandonie! Niente di quello che dite merita di essere ascoltato! Io pensavo di sentire qui bellissime poesie, sono profondamente delusa dalle vostre rivalità!” Si fece un profondo silenzio.
Vediamo se le piante rustiche sono più sagge di quelle coltivate che hanno ricevuto dall'uomo la loro bellezza artificiale. Sentiamo la rosa selvatica cosa dice della rosa a cento petali.
Bisogna dire che ai tempi della mia infanzia i giardinieri non avevano ancora creato tutte le nuove specie di rose. I nostri giardini erano pieni di roseti campagnoli. Poi sono venute le rose a cento petali. Io non ero per niente persuasa di quel che diceva il mio professore: che erano fiori mostruosi creati dai giardinieri. Per me la rosa centifoglia era il massimo della bellezza nel campo della floricoltura. Anche il suo profumo inebriante mi sembrava magico. Il mio professore che annusava il tabacco non l'avrebbe mai sentito.
Ascoltavo cosa dicevano le rose rampicanti sopra la mia testa:
“ Resta qui caro Zephiro, non andartene, i nostri fiori si stanno per schiudere e grazie a te il nostro profumo si sentirà in tutto il giardino. Raccontaci delle nostre origini.” - E’ anche la mia storia: Al tempo che tutte le cose del creato parlavano la lingua degli dei, io ero il figlio del re delle tempeste. Le mie ali nere toccavano gli orizzonti, i miei capelli si mischiavano con le nuvole....ero spaventoso. Avevo il potere di spostare le nuvole a mio piacimento....Insieme a mio padre ed ai miei fratelli abbiamo regnato per un lunghissimo tempo sul nostro pianeta deserto. Il nostro compito era distruggere e frantumare tutto quello che incontravamo sulla nostra strada. Sembrava impossibile la nascita di una qualsiasi forma di vita.
Io ero il più forte e arrabbiato di tutti. Quando mio padre era stanco e riposava toccava a me di continuare la sua opera di distruzione.
Nelle profondità del pianeta viveva uno spirito che si agitava per uscire all’aperto. Era una divinità potentissima: lo spirito della vita che voleva esistere e rompendo le montagne riempiva i mari di polvere. Poi un giorno l’abbiamo visto spuntare da ogni dove…I nostri sforzi raddoppiarono ma i nuovi esseri aumentarono di numero e si salvavano proprio per la loro piccolezza. Invano cercavamo a distruggerla, la vita risorgeva sotto nuove forme, in nuovi luoghi….
Incominciavamo ad essere stanchi e ci siamo dati appuntamento sopra le nuvole con il re delle tempeste, nostro padre. Mentre noi eravamo via, la Terra si ricoprì di un numero infinito di piante ed animali.
Il padre ci disse: “Ecco la Terra che ha indossato il vestito di nozze col Sole. Andate a mettervi fra di loro, radunate le nuvole più nere, rovesciate le foreste e scatenate i mari. Non tornate finché ci sarà ancora un essere vivente.”
Ci siamo sparpagliati come uno sciame mortale sui due emisferi. Come un fulmine io calai sull’ Estremo Oriente seminando morte e distruzione. Soddisfatto dei risultati raggiunti mi fermai a riposare.
E fu allora che sentì un profumo sconosciuto poi notai un essere nato da non molto sulla Terra: la rosa…Stavo per schiacciarla quando ella mi disse: “Abbi pietà di me, sono così bella e dolce, respira il mio profumo e mi lascerai vivere.” Il suo profumo inebriante mi fecce addormentare vicino a lei sul prato.
Al mio risveglio ella mi disse “Siamo amici…sei bello quando pieghi le ali e ti amo. Resta qui o portami con te.”
Misi il fiore sul mio petto e presi il volo…
Entrai nel palazzo fra le nuvole dove mi aspettava mio padre. “Che vuoi e perchè hai lasciato in piedi quella foresta?”
Allora gli mostrai la rosa dicendo: “Ecco un tesoro che voglio salvare”.
Rosso di rabbia mi porto via il fiore che ridusse in polvere, poi mi fecce girare e strappo via le mie ali.
“Miserabile bambino! Non sei più mio figlio. Vai sulla Terra a raggiungere lo spirito della vita! Vediamo se saprà fare di te qualcosa visto che per me sei niente e nessuno.”
Caddi nel vuoto poi rotolai da dove ero partito e mi ritrovai vicino alla rosa sempre bella e profumata.
“Miracolo, ti credevo morta! Sei forse risorta?”
“Si nel mondo dello spirito della vita tutto risorge…..Vedi questi boccioli? Sono le rose del futuro! Resta con noi, sarai nostro compagno e amico…”
Ero tanto triste e umiliato. Ero ormai legato a questa Terra che le mie lacrime bagnavano.
Lo Spirito della Vita senti il mio pianto e si fece vedere con le sembianze di un angelo radioso.
“Hai conosciuto la pietà, hai avuto pietà per la rosa e io ho compassione per te. Tuo padre è potente ma io sono più potente di lui. Lui distrugge, io creo!”
Mi toccò e io mi trasformai in un bel bambino con il colorito delle rose, poi ricevetti delle ali come quelle delle farfalle.
“ Resta con i fiori” mi disse. “Sarai al riparo nella foresta. Poi quando avrò placato la furia degli elementi potrai percorrere la Terra e sarai benedetto dagli uomini e cantato dai poeti. E tu dolce rosa che per prima hai saputo disarmare la furia con la bellezza, sarai il simbolo della riconciliazione fra le forze contrapposte della natura.”
Da allora vivo in pace e armonia e sono benvoluto da tutti….
Zephiro si mise a ballare con le roselline al suono di una musica celestiale.
Quando raccontai al professore quello che avevo sentito, disse che ero malata e che dovevo prendere una purga.
Meno male che la nonna non la pensava così e disse al professore che era da compatire visto che non aveva mai sentito parlare le rose. Sentire il parlare dei fiori e una qualità dell’infanzia.

NON BISOGNA CONFONDERE CERTE QUALITA’ CON LE MALATTIE!




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