FIABAShi Xuanzhao era un monaco che praticava la vita religiosa nella valle delle Gazze bianche del monte Songshan. Uomo senza eguali nell’ambiente buddhista per la sua virtù e il suo sapere, egli pronunciava dei sermoni sul sutra del Loto. A dispetto dei rigori dell’inverno o della canicola, la sala era sempre piena di gente. Tra gli uditori, egli notò tre vecchi dalla barba e le sopracciglia bianche e una strana andatura, che l’ascoltarono per diversi giorni sempre con la stessa concentrazione. Questo gli parve bizzarro. Un mattino, questi vecchi si presentarono a Shi Xuanzhao.
— Noi, vostri umili discepoli, dissero, siamo dei draghi. Ciascuno di noi ha una funzione alla quale consacriamo tutti i nostri sforzi da migliaia di anni. Abbiamo approfittato delle vostre lezioni senza potervi ringraziare. Vi preghiamo dunque di darci un’indicazione affinché noi possiamo rendervi qualche servizio per quanto piccolo sia.
Il monaco disse: — In questo momento, il sole è eccezionalmente torrido per la stagione, inoltre siccità e carestia imperversano nel paese. Sarei esaudito se voi poteste inviare una pioggia opportuna.
E i tre vecchi replicarono: — È facile ammucchiare delle nuvole e far cadere la pioggia. Soltanto che questa è regolata da una disciplina rigorosa; senza un ordine dall’alto, noi rischieremmo la pena capitale. Ecco ciò che ci scoraggia. Pensiamo a una soluzione immaginabile. Siete disponibile a darci man forte?
— Anzi vi prego di farmi conoscere questa soluzione.
— Sun Simiao abita sulla montagna Shaoshi, è un uomo che gode di una considerazione e di un potere notevoli. Lui solo è in grado di farci evitare la punizione. Accettereste di disturbarvi per sollecitare la sua protezione? Se sì, la pioggia arriverà presto!
— Io so che il signor Sun abita su questa montagna, ma lo conosco pochissimo. Tutto ciò vale veramente la pena?
— La carità del signor Sun è incommensurabile. Egli è l’autore del Compendio delle ricette e delle piante medicinali del quale mille generazioni future saranno beneficiarie. Il suo nome figura nel registro del Palazzo dell’Imperatore celeste. È veramente un uomo di grande nobiltà. Sarà sufficiente una sua parola perché noi ne usciamo sani e salvi. Solamente che bisogna ottenere la sua promessa prima di agire.
Così detto, i tre vecchi spiegarono a Xuanzhao la mossa da seguire. Questi si recò dunque alla dimora di Simiao. Si comportò con rispetto e parlò con sincerità. Poi rifletté a lungo prima di dire:
— Si conosce, Signore, la vostra virtù di saggio, la vostra magnanimità di salvatore. Oggi, il sole ha ucciso tutte le giovani piante, la popolazione allo stremo grida la propria disperazione. È il momento di esercitare la vostra carità e la vostra benevolenza. Io sollecito la vostra generosità per salvare gli uomini dal pericolo e dalla penuria.
Simiao rispose: — Io sono un semplice eremita di montagna, non ho alcuna possibilità. Cosa posso fare per loro? Non mi risparmierei se potessi essere utile, in una maniera o nell’altra.
— Benché io sia un modesto monaco, proseguì Xuanzhao, ho incontrato ieri tre draghi. Ho chiesto loro di far cadere la pioggia, la loro risposta fu che senza l’ordine dell’Imperatore celeste essi rischiano irrevocabilmente la morte. Grazie al vostro prestigio e merito, voi potete far sì che non vengano puniti. Essi mi hanno confidato ciò e attendono umilmente la vostra decisione.
— Che essi agiscano del loro meglio, io mi metto a vostra disposizione e farò ciò che mi è possibile. — Dopo la pioggia, riprese Xuanzhao, i tre draghi verranno a rifugiarsi nello stagno dietro alla vostra casa. Quando arriverà un uomo dalla fisionomia insolita per arrestarli, vi prego di spiegargli i fatti e di congedarlo.
Sun Simiao diede la sua parola e il monaco riprese il cammino di casa. Vide i tre vecchi sul ciglio della strada. Xuanzhao riportò loro la parola di Simiao, e questi gli promisero una pioggia che sarebbe durata tutto il giorno e la notte, su una distesa di mille li.
All’ora indicata, infatti, accadde proprio questo, e una vasta superficie di terra venga abbondantemente bagnata. L’indomani, Xuanzhao si recò nuovamente da Simiao. Stavano chiacchierando quando un uomo dall’aspetto poco comune entrò. Si diresse diritto verso il bordo dello stagno e gridò con una voce rauca. L’acqua si trasformò istantaneamente in ghiaccio. Tre lontre, una bianca e due nere, ne uscirono. L’uomo le attaccò ad una cordicella rossa e si apprestò a partire. Simiao lo fece venire e gli disse:
— È che le tre bestie ieri hanno commesso un crimine che neppure la morte potrebbe riparare. Ma è per rispondre alla mia volontà che esse hanno infranto l’ordine celeste. Vi prego di farmi la grazia di liberarle e di presentare le mie scuse più sincere in alto loco affinché sia levata la pesante punizione che pesa su di loro.
L’uomo si chinò, liberò i prigionieri e se ne andò con la sua cordicella rossa. Un istante più tardi, i tre vecchi vennero a ringraziare Simiao e gli proposero una ricompensa. Sun Simiao rispose:
— Tutto diventa inutile in questa mia dimora di montagna. Non ho bisogno di niente.
Il re si rivolse allora a Xuanzhao per conoscere i suoi desideri e questi gli disse:
— Un montanaro come me necessita solo di cibo e vestiti. A parte ciò non chiedo niente. Non è necessario ricompensarmi.
Siccome tutti e tre insistevano ancora, Xuanzhao disse: — C’è una montagna che blocca il cammino davanti al mio tempio, potreste spostarla per liberare la strada.
— Niente di più facile! Ma non vogliatecene troppo se sarete disturbato dal vento e dai fulmini.
La notte stessa, il mondo fu scosso da tuoni e fulmini. Quando venne mattino e la nebbia si dissolse, la vista davanti al tempio era completamente libera. Si potevano distinguere come il proprio palmo panorami a molti li di distanza.
Il terzetto ritornò ancora una volta a ringraziare Xuanzhao e prendere congedo. Avendo avuto la nobiltà di declinare qualsiasi offerta, Sun Simiao era veramente il grande uomo che si diceva.
Estratto da Taipingguangji (Cronache degli anni di pace)