Chi ha mai detto che il fantasy possa essere solo medioevale (o giù di lì)? Chi ha mai detto che il fantasy non possa essere ambientato nel futuro, magari in un altro pianeta, con alieni e navi spaziali?
Come dite? Quella dovrebbe essere fantascienza?!
Ennò... può ancora essere fantasy. E il padre di questo filone, sicuramente, è John Carter di Marte!
Introduzione a Carter
(da Wikipedia.it)
John Carter di Marte è il personaggio protagonista di un fortunato ciclo di narrativa fantastico-fantascientifica di Edgar Rice Burroughs, il suo cosiddetto ciclo marziano o ciclo di Barsoom. Il primo capitolo del ciclo, il romanzo Sotto le lune di Marte (A Princess of Mars) scritto nel 1911, fu pubblicato nel 1912 a puntate.
Il ciclo di Burroughs ha avuto un decisivo influsso nelle successive opere di fantascienza epico-avventurosa, in particolare nel filone del planetary romance che narra le peripezie di un eroe solitario in un mondo alieno.
La storia
(da fabiofeminofantascience.org)
John Carter non ha bisogno di un'astronave per andare su Marte: inseguito dagli indiani, mezzo morto, si sente irresistibilmente risucchiato dal pianeta.
"Era Marte, il dio della guerra, e mentre lo fissavo mi sembrava che mi chiamasse attraverso quell'abisso impensabile, per adescarmi, per attirarmi come la calamita attira i frammenti di ferro. Chiusi gli occhi, sollevai le braccia e mi sentii proiettare nell'immensità degli spazi con la rapidità del pensiero. Fu un istante di estremo freddo e di buio totale. Poi aprii gli occhi su un paesaggio insolito e misterioso".
Fin dal primo istante si trova catapultato nell'avventura allo stato puro. Grazie alla minore gravità di Marte (che i suoi abitanti chiamano Barsoom), riesce ad avere la meglio su guerrieri, selvaggi, stregoni, creature verdi con quattro braccia (e quattro seni femminili) che cavalcano bestie azzurre a otto zampe, e soprattutto mostri di ogni genere: giganteschi rospi zannuti (con dieci zampe), esseri simili a gorilla e sempre con quattro braccia, e simili. Dopo una grande battaglia contro una flotta aerea, incidentalmente trova anche una prigioniera di pelle rossastra, la splendida Dejah Thoris, principessa di Helium, la maggiore città del pianeta, che diviene sua moglie.
Dejah è del tutto simile agli uomini (e completamente nuda) ma con la piccola particolarità di deporre uova... e proprio da un uovo nasce il loro figlio.
"Non passava giorno, quando mi trovavo in città, che io e Dejah Thoris non stessimo mano nella mano di fronte al delicato guscio, facendo piani per il futuro per quando si fosse rotto".
Carter apprende l'uso delle armi locali, che vanno dalle spade ai fucili a raggi, e finisce perfino a combattere all'ultimo sangue in un'arena. Il linguaggio di Barsoom è semplice, ma gli abitanti si servono soprattutto della telepatia. Vi sono anche umanoidi bianchi e neri. Su Barsoom non solo manca l'acqua, a parte quella dei canali, ma anche l'aria, che dev'essere prodotta in apposite fabbriche. Alla fine del romanzo, le fabbriche si guastano e i Marziani cominciano a perdere i sensi per asfissia.
Solo John Carter sa come riavviarle, ma sviene a sua volta nel tentativo, e torna sulla Terra altrettanto misteriosamente di come era arrivato, bramando per anni di tornare dalla bella Dejah, e chiedendosi se all'ultimo istante sia riuscito a salvare i Marziani dal soffocamento.
Nei romanzi successivi apprende a proiettarsi su Marte a volontà... pur essendo morto e chiuso in una bara. Se questo sembra un po' strano, tenete a mente che è solo l'inizio.
NOTA: splendide tavole di grandi artisti, riguardanti il personaggio di Carter, sono presenti a questo indirizzo: http://www.fabiofeminofantascience.org/ ... ians3.html
La genesi
(da Wikipedia.it)
Nel 1912 Burroughs, 37 anni, era sull'orlo del suicidio. Eppure pochi anni dopo quell'uomo disperato sarebbe stato uno degli autori d'avventura più letti nella storia della narrativa mondiale, con oltre 200 milioni di libri venduti in tutte le lingue. Tarzan è solo il più popolare tra i suoi molti personaggi.
Perennemente insoddisfatto, Burroughs aveva cambiato almeno una dozzina di professioni - con scarsissimi risultati - prima di approdare infine alla scrittura, e al genere fantastico. Il primo personaggio da lui creato non fu però il celebre uomo scimmia, bensì il capitano John Carter, un avventuriero, ex soldato sudista, che - in un modo tuttora in parte misterioso - viene fortunosamente trasportato sul pianeta Marte.
Il personaggio
(da Wikipedia.it)
All'epoca in cui Carter vi giunge, le sterminate pianure di Marte (che lì è chiamato Barsoom) sono popolate da numerose razze indigene piuttosto primitive, tutte estremamente pericolose, crudeli e perennemente in guerra tra di loro. In pochi anni John Carter, eccezionalmente abile con la spada e dotato di ardore e coraggio al limite dell'incoscienza, diventa uno dei più importanti guerrieri di quel pianeta bellicoso anche nel nome.
Il merito dell'inaudito successo in battaglia di John Carter, almeno in parte, è attribuibile alla minore forza di gravità del pianeta, che dona ad un terrestre una forza e un'agilità incredibili, consentendogli di affrontare e sconfiggere in sanguinosi duelli perfino i terrificanti Uomini Verdi di Marte, feroci esseri d'oltre tre metri d'altezza, dotati di quattro poderose braccia. Di uno di questi autentici mostri, il possente comandante Tars Tarkas, dopo essere stato sconfitto da John Carter ne diventerà l'amico fraterno, forgiando così il primo nucleo di quell'alleanza destinata (nel corso del ciclo di romanzi) a cambiare per sempre la faccia del rosso pianeta.
Il capitano Carter (che dimostra la selvaggia ferocia di Tarzan e la destrezza con la spada di un Errol Flynn) non si fa scrupoli di ammassare sotto di sé i corpi dei nemici con noncuranza (come Conan il Barbaro), tuttavia è anche un corteggiatore un po' impacciato di una fantastica principessa marziana ed un uomo sempre pronto a buttarsi nella mischia per gli amici, da vero gentiluomo del Sud.
Fantascienza o fantasy?!
(da Wikipedia.it)
Si è a lungo disquisito se i romanzi di John Carter di Marte appartenessero più alla fantascienza che al fantasy (generi del resto all'epoca non ancora codificati). La scienza e la tecnologia hanno un peso apparentemente ridotto al minimo nelle avventure del capitano Carter, va tuttavia considerato che, all'epoca in cui furono scritti questi libri, il mezzo di locomozione più comune era il cavallo e che l'ultimo grido della tecnologia era considerato il telefono. Per Burroughs il vero interesse è soprattutto creare delle avventure coinvolgenti in ambientazioni meravigliose ed esotiche.
D'altro canto, sebbene il mondo di John Carter sia popolato da feroci guerrieri e principesse vestite audacemente d'appena qualche catenella d'oro, non si può nemmeno collocarlo a pieno titolo nel filone fantasy classico, anche perché Burroughs rifiuta con piglio positivista di dare un ruolo al soprannaturale in questi suoi romanzi, rigettando ogni superstizione: addirittura nell'ultima delle tre avventure il suo personaggio sarà protagonista di una lunga e difficile crociata per sradicare la crudele religione diffusa sul pianeta rosso.
Pertanto l'opera di Burroughs è spesso classificata nel filone detto science fantasy.
About Carter
(da Wikipedia.it)
In Italia il volume John Carter di Marte (ed. Nord) ha raccolto i primi tre romanzi fondamentali del ciclo marziano di Burroughs, La principessa di Marte (noto anche come Sotto le lune di Marte), Gli dei di Marte e infine Il signore della guerra di Marte. Sono tre autentici pulp: Burroughs, il papà di Tarzan, è stato infatti il creatore di una serie di cicli narrativi fra i più amati della letteratura di ogni tempo.
E questo soprattutto per il fatto che scriveva come parlava, cioè in modo rozzo ma efficace, senza fronzoli, badando a rendere bene il senso di ciò che voleva dire con poche parole, tutte semplici, riuscendo in tal modo a stabilire con il lettore un legame forte e coinvolgente.
Le apparizioni di John Carter nell'intero Ciclo (che racconta anche le avventure dei suoi discendenti), possono essere ritrovate nei seguenti racconti:
- Under the Moons of Mars (anche A Princess of Mars) (1912) - Sotto le lune di Marte
- The Gods of Mars (1913) - Gli Dei di Marte
- The Warlord of Mars (1914) - Il Signore della Guerra di Marte
- Thuvia, Maid of Mars (1920) - Thuvia, Fanciulla di Marte
- Swords of Mars (1936) - Le Spade di Marte
- Synthetic Men of Mars (1940) - Gli Uomini Sintetici di Marte
- Llana of Gathol (1948) - Lhana di Gathol del Pianeta Marte
- John Carter of Mars (1964) - John Carter di Marte
- John Carter and the Giants of Mars (1941) - John Carter e i Giganti di Marte
Oltre ai libri
(da Wikipedia.it)
Nei fumetti:
- la prima apparizione è nella rivista The Funnies della Dell Comics, dove fu pubblicato nei nn. 30-56 tra il 1939 e il 1941, in tavole realizzate per lo più dal figlio di Edgar Rice Burroughs, John Coleman;
- sempre John Coleman Burroughs realizzò 69 tavole domenicali per la United Features Syndicate, che apparvero sul giornale Chicago Sun a partire dal 7 dicembre 1941;
- tre storie pubblicate dalla Dell Comics nella rivista Four Color Comics, nei nn. 375, 437 e 488 del 1952-1953, illustrate da Jesse Marsh (ristampate dalla Gold Key Comics nel 1963-1964 nei nn. 1-3 di John Carter of Mars);
- una versione inglese dal titolo The Martian, scritta da D.R. Morton e disegnata da Robert Forest, pubblicata sul British Sun Weekly nel 1958-1959;
- una versione in lingua ceca dal titolo Dobrodrużství Johna Cartera (le avventure di John Carter), scritta da Vlastislav Toman e illustrata da Jiří Veškrna e Milan Ressel uscì nel 1968-1971 sulla rivista cecoslovacca ABC;
- la DC Comics ha pubblicato storie di John Carter in diverse riviste. La prima fu scritta da Marv Wolfman e disegnata da Murphy Anderson e apparve su Tarzan 207 dell'aprile 1972; gli stessi autori ne realizzarono altre pubblicate sui nn. 1-7 di Weird Worlds nel 1972-1973; John Carter riapparve nel 1976 nei nn. 62-64 di Tarzan Family, in storie scritte da Bob Kanigher e illustrate da Noly Zamora e Vi Catan, cui seguirono ristampe delle storie di Wolfman e Anderson nei nn. 65-66 della stessa rivista;
- la Marvel Comics pubblicò le avventure dell'eroe nella rivista John Carter Warlord of Mars, di cui uscirono 28 numeri più tre Annuals nel 1977-1979, con testi ancora di Marv Wolfman e Peter B. Gillis, matite di Gil Kane, Carmine Infantino, Larry Hama, John Buscema, Alan Weiss e Ernie Chan e inchiostri di David Cockrum, Rudy Nebres, Ricardo Villamonte e Ernie Chan;
- tra il settembre e il dicembre del 1987 lo scrittore Don Kraar e il disegnatore Gray Morrow, allora autori della striscia di Tarzan per lo United Features Syndicate, realizzarono per le tavole domenicali un'avventura di Tarzan in cui compariva John Carter;
- la Dark Horse Comics pubblicò nel 1996 una miniserie dal titolo Tarzan/John Carter: Warlords of Mars in cui si incontrano i due eroi di Burroughs, per i testi di Bruce Jones e Simon Revelstroke e i disegni di Bret Blevins, Ricardo Villagran e Mike Manley.
- John Carter appare anche nel primo episodio della seconda serie della graphic novel La Lega degli Straordinari Gentlemen di Alan Moore.
Al cinema:
- James Cameron ha tratto ispirazione dai romanzi su John Carter per la trama del film Avatar.
- È previsto un adattamento cinematografico di John Carter prodotto da Walt Disney Pictures. Si tratterà di una serie di tre film, il primo dei quali previsto entro il 2012. I film saranno diretti da Andrew Stanton e da Mark Andrews.